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Quando dipingo senza pensare

Quello che amo di più della pittura è partire da un’immagine interiore, da una visione che affiora piano. Preparo la tavolozza, scelgo un colore, e poi mi lascio trasportare.

Non penso, non controllo.

Seguo soltanto il movimento, il ritmo che nasce dentro, e senza guardare davvero ciò che accade sulla tela, continuo fino a ricoprirla tutta.

Solo alla fine mi fermo.

Guardo ciò che è nato, e ogni volta mi stupisco.

C’è sempre qualcosa che non avevo previsto, qualcosa che mi sorprende e mi parla.

Ed è proprio questo che amo del dipingere: la libertà di lasciar accadere, di essere spettatrice di ciò che nasce da me.

Quando invece parto da un soggetto preciso, cercando di “fare bene”, sento che tutto diventa più faticoso.

C’è l’aspettativa, la paura di sbagliare, il pensiero che interviene.

E in quel momento la magia si spegne un po’.

Per me, la pittura è davvero viva solo quando non cerco di controllarla.

 
 
 

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