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La coerenza nell'epoca degli schermi

Viviamo immersi negli schermi.Ogni giorno vediamo tutto: luoghi lontani, volti sconosciuti, opere, parole, vite che sembrano perfette. È come avere il mondo intero davanti agli occhi, e in un certo senso è un dono: tutto è lì, accessibile, luminoso, a un tocco di distanza.

Ma a volte mi chiedo se non ci stiamo perdendo in questa luce.Dentro a questo mare di immagini, sento che qualcosa si confonde. Tutto è filtrato, levigato, amplificato. E così capita che quello che ho, quello che sono, mi sembri troppo poco. Come se altrove ci fosse sempre qualcosa di più grande, di più bello, di più giusto.È in quei momenti che sento di perdere contatto con la mia realtà, con la mia voce, con la mia verità.

Essere coerenti, oggi, è quasi un atto di coraggio.Restare fedeli a sé stessi, al proprio ritmo, al proprio modo di sentire, non è facile. Il mondo ci spinge a mostrarci, a confrontarci, a cercare conferme. Ma la coerenza non nasce dal confronto: nasce dal silenzio, da quello spazio interiore dove possiamo finalmente ascoltarci senza filtri.

Quando dipingo, questo lo sento in modo chiarissimo. Non posso mentire a un colore. Non posso fingere con un pennello in mano. Ogni gesto rivela ciò che porto dentro, anche quello che non voglio vedere. E se mi lascio distrarre dal rumore del mondo, se dipingo per compiacere o per imitare, perdo quella voce fragile e autentica che mi guida.

Credo che oggi la vera forza stia nel continuare a cercare autenticità. Nel non lasciarsi confondere da tutto ciò che luccica, nel restare radicati alla propria esperienza, anche se piccola, anche se imperfetta. Perché la verità non ha bisogno di brillare: pesa, resta, parla piano ma arriva sempre.

Essere coerenti, per me, significa questo: non tradire la parte viva, sincera e imperfetta di sé. Quella che non cerca approvazione, ma significato. Quella che non si misura in visualizzazioni, ma in emozioni che restano, che ti attraversano, che ti fanno sentire presente davvero.

 
 
 

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