Il cielo che cambia
- Paola Panero
- 16 set
- Tempo di lettura: 1 min
Ci sono giorni in cui alzo lo sguardo e fermandomi a osservare mi accorgo che il cielo non è lo stesso di un momento prima. Cambia forma, colore, intensità. A volte è limpido, altre volte attraversato da nuvole leggere che sembrano correre, o da masse compatte e grigie che si muovono lente. C’è l’alba che con delicatezza apre al nuovo giorno e il tramonto che lo chiude con sfumature calde, come un abbraccio.
Osservare il cielo è un esercizio che mi accompagna da sempre. Non solo perché regala bellezza, ma perché mi ricorda che tutto è trasformazione. Quel mutare continuo diventa un invito a non restare fermi, a lasciarsi sorprendere. Le nuvole bianche, leggere e morbide, o quelle più scure e dense, hanno la capacità di far viaggiare i miei pensieri: a volte mi perdo in essi, altre volte mi lascio trasportare senza resistenza.
Questo sguardo verso l’alto è anche fonte di ispirazione. Nel mio percorso artistico ritrovo in quel continuo cambiare del cielo la stessa necessità di movimento interiore: l’arte, come il cielo, non è mai uguale a se stessa, ma evolve, si trasforma, si rinnova.
Il cielo è un orizzonte che non si può possedere, ma solo contemplare. Forse è proprio questa la sua forza: ricordarmi che anche i miei pensieri, come le nuvole, possono disperdersi per lasciare spazio a nuove forme, a nuovi colori, a nuove visioni.
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